• Licia Gambarelli

    Credevo di avere una passione e invece ho capito che le vere passioni sono altre, sono quelle di cui non puoi fare a meno, anche se non hai tempo, se non ce la fai proprio, se le cose che si devono fare per forza sono altre. Credevo che divulgare la scienza fosse la mia passione, un lavoro per il quale ho studiato tanto, che adoro fare, a tempo pieno (in passato) o nei ritagli (oggi che lavoro come impiegata e ho la Sofi e Diego. C’è anche Marco..) . Scrivere, progettare, ideare eventi per scoprire la scienza insieme al pubblico, per vivere l’idea che la vera democrazia partecipata si può portare avanti solo mettendo nelle condizioni tutti quanti di capire, anche se a livelli diversi, i concetti della scienza e della tecnologia che fanno parte della società, e di farsi un’idea propria al di fuori delle risposte confezionate.

    Bello…però la mia vera passione è ZONAFRANCA…è una cosa nata perché doveva nascere. E’ nata per tutte noi in un momento nel quale ne avevamo un forte bisogno, per ragioni diverse. Come individui nella società e soprattutto come donne.

    È nata mentre in pancia avevo la Sofi, alla prima di “A Servizio” in scena c’era anche lei…Lei si che diventerà una  grande attrice!

    Oggi quasi non ho spazio per le serate di lavoro, di vino rosso e di amicizia vera con le Franche (tra di noi ci chiamiamo Barbagione in verità). Però io ci vado, un po’ in ritardo ma ci vado. Se non ci vado sto male!

    Il teatro è un veicolo, è il nostro media, grazie a Franca che ci trasforma in qualcosa di molto simile ad attrici. Mi chiedo ancora come fa tutte le volte… e sembriamo bravissime! E commuoviamo, commuovendoci per prime.

    Il teatro è il nostro megafono di denuncia, di richiami alla memoria senza i quali nel presente ci si perde, senza i quali le vicende della modernità non trovano significato. Potevamo averne un altro di megafoni ma questo è quello che sappiamo utilizzare meglio al servizio della cultura e della società.

    La gente che viene ai nostri spettacoli scopre storie di donne, storie di vita, narrazioni che si agganciano con le esperienze e con il cuore. Capaci forse di risvegliare le coscienze almeno per qualche attimo, almeno per una sera a teatro. È questo che mi appassiona, la nostra potenzialità come gruppo di fare qualcosa che lascia un segno forte,  che eleva, che sposta.

    Ora stiamo lavorando a un nuovo progetto… che ci sconvolgerà di nuovo… che bello.